SARP 2022
JÓZSEF CSATÓ TEATRO DELL’IMMAGINARIO …con spettatore
“Anche se il mondo si muta/rapido, come forma di nuvola, /ogni cosa compiuta ricade/in grembo all’antico.”
R.M.Rilke – Sonetti a Orfeo
Palazzo Previtera è lieta di presentare la mostra Teatro dell’Immaginario di JÓZSEF CSATÓ. József Csató artista ungherese che unisce e fonde in modo personale e creativo la cultura e gli stilemi artistici dell’arte europea, memoria anche di quella cultura austroungarica che ha prodotto genialità.
Come un poeta trasfigura la realtà, alterando le forme e lo spazio della rappresentazione in cui ogni cosa diventa possibile, rendendo visibile l’invisibile. Le sue opere sono orme di mondi immaginari, narrazioni surreali dell’impossibile, linguaggi della voce delle cose. La visione di un mondo immaginario si apre al mondo, un mondo che non ha orizzonti, orizzonti che non si possono raggiungere, perché si spostano continuamente al movimento dei corpi e delle figure fantastiche che animano le scene.
Il suo soggiorno in Sicilia ha arricchito le sue opere di sollecitazioni e visioni oniriche.
La storia, la religione e i miti della Sicilia hanno dilatato la sua percezione della realtà oggettiva in cui stimolazioni sensibili rinviano a un mondo originario e primitivo. L’installazione site-specific di questa mostra si ispira a miti ancestrali di questa isola del mediterraneo, ambientazioni che fanno da sfondo a una realtà altra, fatta di miti universali fantastici, sogni, per esprimere a fondo la sua esperienza, ma nello stesso tempo l’esperienza dell’umanità.
E l’immagine come rappresentazione spaziale e visuale rivela nello spazio finito della tela, tutte le peculiarità delle immagini e condensa nella propria sfera di esperienza e di rappresentazione tutte le funzioni, altrimenti frammentarie e parziali, pertinente all’immagine stessa. Questa molteplicità di esperienze e, impressioni e intuizioni danno luogo a questo spazio narrativo della tela, e il tempo diventa metafisico e originario cercando di rispondere alla domanda sul trascendentale nel fenomenico. Tutto ciò crea quella intersoggettività tra l’opera e lo spettatore che trascende la forma e alimenta emozioni e turbamenti.
In quel momento esatto della relazione si crea la contemporaneità: lo spettatore si fa contemporaneo delle forze e delle impressioni che il quadro come mondo immaginario, ricrea in lui, nella sua apparenza esteriore. Lo spettatore si fa coinvolgere dalle esperienze immaginifiche della narrazione. Nella percezione di un dipinto c’è una interazione profonda tra la facoltà visiva, la coscienza e la dimensione inconscia in cui si fondono dati sinestetici, reciprocità sensoriali ed emozionali.